Il fallimento (anche) comunicativo del predicatore Spalletti - Il Fatto Quotidiano (2024)

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Il fallimento (anche) comunicativo del predicatore Spalletti - Il Fatto Quotidiano (1)

Una squadra senza identità anche per colpa del suo "condottiero": il ct si è perso tra metafore e una retorica stucchevole

di Lorenzo Bloise | 30 Giugno 2024

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Europei Germania 2024Luciano SpallettiNazionale Italiana

Fuori luogo e noiosamente retorico. Una comunicazione fallimentare e inadeguata, soprattutto per il ruolo ricoperto. Demiurgo e visionario: questa volta, fin troppo. Luciano Spalletti viene tradito da sé stesso. Parlare per immagini questa volta, è servito a ben poco: conferenze stampa ai limiti del teatrale. Tante parole, poca sostanza. Alla ricerca continua dell’alibi: Spalletti si prende le sue responsabilità dopo la sconfitta contro la Svizzera, ma senza mai pronunciare la parola “scusa”. Sui campi di Euro 2024 l’Italia si è fatta riconoscere più per le parole che per il gioco espresso. L’errore, però, nasce prima: un metodo da “sergente” a Coverciano che non funziona. Le proibizioni e i comandamenti: così Luciano Spalletti è caduto nel cringe. Una mancata comunicazione che non gli ha permesso di costruire attorno a sé un gruppo.

Una retorica stucchevole
“Per loro noi siamo degli eroi, dei giganti, dobbiamo crearci questa corteccia, questa scocca del calciatore che non soffre ambientazioni, livelli di tornei, importanza di partite, dobbiamo andare lì e far vedere che i giganti e gli eroi non hanno timore di giocarsi una partita di calcio”. Predicatore (nel deserto) immaginifico, oltre i limiti. Spalletti ha sempre amato parlare per metafore e similitudini: quella che è stata la sua forza nel corso della carriera, con l’Italia si sta dimostrando la sua più grande debolezza. Una retorica superata e stucchevole, soprattutto quando si parla di patria. Esteta del gioco e della comunicazione: concetti fluidi e astratti come il suo modo di parlare. In nazionale contano i risultati, non la filosofia.

“Siamo tutti numeri 10”, i comandamenti e la playstation
Principi e regole diventati un comandamento da seguire. Luciano Spalletti ha provato a vestire i panni di comandante e condottiero senza riuscirci. Concetti e imposizioni che hanno creato disagio e smarrimento. L’evitabile quanto imbarazzante maglia “Siamo tutti numeri 10” è l’esempio lampante di una comunicazione che non funziona più. Un gruppo di giovani ragazzi che non è diventato squadra, memori di quelle “Notti magiche” diventati “tragiche”. Spalletti ha preferito proibire l’utilizzo della Playstation dimenticandosi, però, di tutto il resto. Per esempio di difendere un gruppo: anzi, alla fine proprio i giocatori diventano il primo alibi per la sconfitta.

Troppi alibi, zero scuse
Più di così non possiamo fare“; “Gli allenatori precedenti hanno tutti avuto venti partite per fare prove e conoscerli, qualche partita in più mi poteva aiutare”. Allusioni al passato che non nobilitano la figura di Luciano Spalletti. Anzi, il ct dimostra poca onestà intellettuale. Emozioni che prendono il sopravvento sulla razionalità e sulla mancata compostezza che dovrebbe appartenere a un commissario tecnico. La conferenza stampa diventa il suo campo “da battaglia” preferito: poca autocritica e gestualità irrisorie. “Cercheremo di fare meglio la prossima volta, visto che non siamo riusciti a mettervi in difficoltà. Come si chiama lei?“. Pollici alzati, sorrisetti nervosi (e di sfida) e supercazzole sono lo specchio di una mancata serenità. “Ma che domanda è se tu vai fuori? Ma che ho paura? Altrimenti venivo come voi a vedere le partite e facevo un altro lavoro”. Un intensificarsi della voce in certe occasioni che alimentano l’incertezza e i dubbi di queste settimane. Un’autodifesa esasperata, come se ci fosse qualcuno a puntargli la pistola sulle tempie: sempre alla ricerca di un nemico (immaginario) da abbattere, cercando lo scontro anche quando non è necessario.

Tanta, troppa confusione per poter cercare di essere credibili. Allenare una nazionale non è come farlo in un club. Poco tempo, tante aspettative e una pressione mediatica che impone di essere equilibrati e razionali, soprattutto quando arrivano le critiche. Forse, è proprio quando vengono cambiate così tante idee in così pochi giorni che, in realtà, non se ne ha nemmeno una. L’Italia e Luciano Spalletti perdono, sotto tutti i punti di vista. Un’identità smarrita tra alibi, inadeguatezza e retorica stucchevole. Modi e (non) ammissioni di colpe completamente sbagliati. Per una caduta di stile “cringe” che non appartiene a questa nazionale.

Europei Germania 2024Luciano SpallettiNazionale Italiana

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Il fallimento (anche) comunicativo del predicatore Spalletti - Il Fatto Quotidiano (8)

  • 21:43 - Palermo: festa abusiva a Isola delle Femmine, Gdf prepara informativa per la Procura

    Palermo, 1 lug. (Adnkronos) - Arriverà in Procura il caso della festa 'abusiva' di sabato sera sull'isola delle Femmine, località in provincia di Palermo, dove un gruppo di un centinaio di persone, invitati da due gemelli medici che hanno festeggiato il compleanno, si è riunito per canti e balli, con la musica di un dj, un ex sottufficiale della Guardia costiera. A concludere la festa è stato l'intervento della Guardia costiera e della Guardia di Finanza, che hanno identificato i partecipanti. Fino a questo momento non risulta alcuna denuncia. Ma la Guardia di Finanza consegnerà nei prossimi giorni l'informativa alla Procura di Palermo. Oggi è intervenuto il deejay, Maurizio Giglio, che ha ribadito: "Non era una festa, ma un video clip da realizzare sull'isolotto di Isola delle Femmine commissionato dai fratelli gemelli entrambi medici, Vito e Antonio Triolo. Avevano l'autorizzazione da parte della proprietaria dell'area, la Marchesa Paola Pilo Bacci per realizzare immagini destinate a esaltare le bellezze dell'Isola". L'uomo è i congedo da alcuni anni dalla Guardia costiera e anche responsabile dell'ufficio marittimo di Isola delle Femmine. Ma La Lipu, che ha avvertito le forze dell'ordine intervenute sabato sera, non è d'accordo.

    Intanto la vicenda della festa è 'esplosa' anche sui social, dove da ieri girano i video dei partecipanti alla festa. "Mandiamoli a valorizzare il carcere Ucciardone", scrive Tonino. E Bebo dice: "Non so dove sta la verità in questa vicenda, ma sicuramente non è la video clip più adatta per valorizzare l' area marina protetta. quindi o sono incolti o bugiardi o ambedue le cose". Per Filippo "Al di là delle legge e delle regole, ormai in ogni dove ne approfittano per fare i loro por*i comodi spacciandosi per benefattori in vena di magnanimità (...in questo caso 'l'isolotto'). In realtà si comportano come nemici del Bene pubblico. Non credano di essere dissimili da gran parte dei politici in auge, non escludendo i sociopatici, i cialtroni e coloro che sono soliti pescare nell'illegalità".

    Wanda se la prende con chi ha partecipato alla festa: "Ignoranti che cosa volevate valorizzare? Una riserva che già di per sé è un valore naturalistico con uccelli che in questo periodo stanno nidificando e che forse non lo faranno perché disturbati saranno volati via? Leggo che hanno lasciato spazzatura, mozziconi di sigarette, lattine, biccheri di plastica e legna accatastata.Provo indignazione e repulsione per il modo di agire di questa gente". E Monica dice: "Gente solo capace di mortificare l'intelligenza altrui...da festino ad azione per valorizzare l'area protetta è un attimo. Senza vergogna".

  • 20:09 - Maltempo: in Lombardia attesa nuova instabilità e temperature massime in sensibile calo

    Milano, 1 lug. (Adnkronos) - Sulla Lombardia condizioni di instabilità, favorite da una perturbazione in transito sul Mediterraneo occidentale verso la Sardegna e le regioni del centro Italia.

    Il bollettino meteo di Arpa regionale indica, per domani, flussi in quota da Nord Ovest che manterranno condizioni stabili almeno fino al primo pomeriggio; a seguire nuova instabilità, più marcata nella giornata di mercoledì, con precipitazioni da sparse a diffuse e temperature massime in sensibile calo.

    Giovedì condizioni un po’ più stabili e temperature in aumento, ma tra venerdì e sabato ancora spiccata variabilità, specie sui rilievi.

  • 19:49 - Gruppo Cap: sensibili, resilienti e innovatori i pilastri della strategia sostenibile al 2033

    Milano, 1 lug. (Adnkronos) - Impegnarsi nella decarbonizzazione e aumentare la quantità di rifiuti trattati secondo i principi dell’economia circolare; supportare i comuni nello sviluppo del drenaggio urbano sostenibile; aumentare il numero di impianti gestiti da remoto e quelli digitalizzati con l’applicazione dell’Intelligenza artificiale; creare un ecosistema virtuoso di responsabilità sociale d’impresa condivisa e diffusa, attraverso la sensibilizzazione dei fornitori. E poi, valorizzare le persone, abbattere il gender pay gap e promuovere la diversity inclusion, ma soprattutto ampliare le proprie attività attraverso la gestione del rischio idraulico, lo sviluppo di infrastrutture per incrementare la resilienza del territorio, la produzione di energia da fonti rinnovabili. Sono questi alcuni dei nuovi obiettivi che Gruppo Cap, la green utility che gestisce il servizio idrico della Città metropolitana di Milano, ha inserito nel suo nuovo piano di sostenibilità, un documento volto a guidare le scelte dell’azienda per i prossimi anni e che nasce dalla valutazione dei risultati raggiunti sinora, ma anche dall’analisi del contesto esterno, profondamente mutato rispetto al 2019, anno in cui la green utility ha pubblicato il suo primo piano.

    Il nuovo piano di sostenibilità è innanzitutto una strategia di sviluppo sostenibile, con una visione a lungo periodo, che guarda fino al 2033 e identifica le sfide del settore, i risultati già ottenuti e i prossimi obiettivi. Rappresenta il completamento del percorso di ridefinizione del modello di business, attraverso il quale Cap ha integrato la sostenibilità nell’attività industriale. L’obiettivo è di garantire nel tempo la generazione del valore per gli shareholder, i collaboratori, gli stakeholder e il territorio, e porre le basi di un futuro più sostenibile per le prossime generazioni.

    "Ogni passo compiuto nel trasformare il nostro business rendendolo più sostenibile è stato fatto con approccio partecipativo, coinvolgendo le nostre persone, la comunità locale, tutti i partner, i collaboratori, i fornitori e i clienti -spiega il presidente di Gruppo Cap, Yuri Santagostino-. Oggi un dialogo approfondito con gli stakeholder è ancor più necessario, soprattutto alla luce del nuovo ruolo che stiamo assumendo come abilitatori alla transizione green dei territori. Se l’obiettivo è dunque fare dell’acqua e dell’innovazione i pilastri su cui costruire processi di economia circolare, insieme al passaggio a modelli produttivi sostenibili, la partecipazione di tutti è fondamentale per una condivisione del valore prodotto, vera missione di una società interamente pubblica come Gruppo Cap".

    Per queste ragioni, avverte Santagostino, "l’aggiornamento del piano di sostenibilità nasce grazie al concorso di una pluralità di soggetti, che hanno tracciato insieme a noi la nuova rotta fino al 2033 e ai quali ci lega un dovere di trasparenza e credibilità. Con questo nuovo documento ci poniamo obiettivi più ambiziosi e ampliamo i nostri orizzonti. Perché la sostenibilità non è una medaglia da appuntarsi sul petto, ma un processo continuo, faticoso ed entusiasmante che non ha mai fine, ma solo nuovi inizi".

    In quest’epoca, caratterizzata da crisi climatica e instabilità sociopolitica ed economica, che hanno sgretolato convinzioni che sembravano radicate, Cap ha scelto di investire nella trasformazione del settore idrico e ambientale integrando la sostenibilità nel business, per diventare ciò che è oggi: la utility green capace di abilitare la transizione del territorio. La strategia di sostenibilità di Cap si articola attorno a 3 pilastri fondamentali che descrivono l’identità di Cap e delle sue persone: Sensibili, Resilienti e Innovatori.

    Sensibili ai bisogni delle persone, per aumentare il benessere e la fiducia di comunità sempre più consapevoli ed esigenti. Resilienti negli asset, nella governance e nella gestione per proteggere un bene essenziale per la vita. Innovatori nel mercato, per anticipare le normative e alimentare la capacità di fare rete.

    I tre pilastri sono a loro volta suddivisi in 9 macro-obiettivi, per un totale di 45 indicatori di performance. In continuità con il documento sviluppato nel 2019, per costruire il nuovo piano di sostenibilità, Gruppo Cap ha adottato un approccio partecipativo e ha coinvolto i collaboratori, la comunità locale, i partner, i clienti e gli stakeholder. Il documento è quindi il frutto del lavoro corale del management di Cap, che ha tracciato una nuova rotta dopo l’attento ascolto di tutti gli attori della catena del valore.

    Monitoraggio annuale dei Kpi, analisi dello scenario per l’aggiornamento di target e obiettivi, e infine analisi dei mutamenti del contesto interno dell’evoluzione dell’azienda: è sulla base di questi tre input che Gruppo Cap ha individuato i 3 driver di cambiamento: l’attualità, intesa come l’insieme di cambiamenti normativi e socio-ecologici che determinano la necessità di rivedere target e obiettivi, la coerenza, che ha imposto alla green utility di allineare la propria strategia al business e a tutti gli strumenti di governance e pianificazione strategica e, infine, la razionalizzazione secondo il metodo Smart, per il quale ogni target è Specifico, Misurabile, Assegnato, Realistico, Temporizzato.

    Inoltre, i tre pilastri -Sensibili, Resilienti e Innovatori- sono stati connessi a tre direttrici di business individuate dal nuovo piano industriale di Cap: il primo, l’innovazione del servizio idrico, cuore e il punto di partenza della strategia, che riguarda le innovazioni che connettono acqua, energia e rifiuti; il secondo, fondato sulle partnership per la transizione green, che proiettano Cap nella gestione regionale e nazionale degli impianti di economia circolare e di infrastrutture idriche resilienti; infine il più ambizioso, che apre a Cap i nuovi mercati per la sostenibilità mettendo a pieno frutto le sinergie territoriali e di sostenibilità.

    L’innalzamento della temperatura, la siccità e gli eventi meteorologici estremi hanno evidenziato l’importanza dell’acqua. Quindi il comparto idrico deve ripensare le proprie strategie integrando i piani industriali con azioni di mitigazione e adattamento. Per Gruppo Cap questo si traduce nella necessità di allargare il perimetro delle attività ad ambiti contigui, come la gestione del rischio idraulico, la realizzazione di infrastrutture per aumentare la resilienza del territorio, la produzione di energia da fonti rinnovabili. L’acqua si conferma quindi al centro della strategia industriale di Gruppo Cap.

    A cinque anni dall’elaborazione del primo piano di sostenibilità, è possibile confermare che la strategia adottata risulta credibile e che l’azienda ha costruito un percorso per raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità integrandoli nella propria azione industriale. Gli impegni di sostenibilità si stanno traducendo in azioni concrete che generano impatti positivi. Tra i principali successi, emergono i numerosi interventi di drenaggio urbano sostenibile e l’alto tasso di innovazione. Su questo fronte, Cap ha attivato progetti per circa 70 milioni di euro con l’obiettivo di rinnovare le infrastrutture. Verrà anche completata la mappatura in 3D di tutte le reti per simulare gli interventi in studio, così da minimizzare l’impatto sul suolo.

    Ci sono però anche obiettivi in cui è necessario impegnarsi di più o che vanno ridisegnati, per essere più sfidanti e in linea con i tempi, come quello relativo al consumo di acqua pro-capite e a quello dell’acqua del rubinetto rispetto all’uso dell’acqua in bottiglia che rappresenta un dato critico, nonostante le risorse impiegate in attività di sensibilizzazione. Nei prossimi anni sarà inoltre opportuno focalizzarsi sul tema della decarbonizzazione, sul quale Gruppo Cap ha definito i propri target in linea con le indicazioni di SBTi che ha confermato la solidità degli obiettivi dell’utility lombarda. Per quanto riguarda, invece, la riduzione delle perdite idriche, Gruppo Cap è in linea con gli obiettivi prefissati ma non ha ancora raggiunto il target del 15% fissato per il 2033. Inoltre, la green utility guarda a best practice europee come la Germania, che già nel 2001 registrava una quota di perdite idriche del 7%.

  • 19:49 - Gruppo Cap: sensibili, resilienti e innovatori i pilastri della strategia sostenibile al 2033

    Milano, 1 lug. (Adnkronos) - Impegnarsi nella decarbonizzazione e aumentare la quantità di rifiuti trattati secondo i principi dell’economia circolare; supportare i comuni nello sviluppo del drenaggio urbano sostenibile; aumentare il numero di impianti gestiti da remoto e quelli digitalizzati con l’applicazione dell’Intelligenza artificiale; creare un ecosistema virtuoso di responsabilità sociale d’impresa condivisa e diffusa, attraverso la sensibilizzazione dei fornitori. E poi, valorizzare le persone, abbattere il gender pay gap e promuovere la diversity inclusion, ma soprattutto ampliare le proprie attività attraverso la gestione del rischio idraulico, lo sviluppo di infrastrutture per incrementare la resilienza del territorio, la produzione di energia da fonti rinnovabili. Sono questi alcuni dei nuovi obiettivi che Gruppo Cap, la green utility che gestisce il servizio idrico della Città metropolitana di Milano, ha inserito nel suo nuovo piano di sostenibilità, un documento volto a guidare le scelte dell’azienda per i prossimi anni e che nasce dalla valutazione dei risultati raggiunti sinora, ma anche dall’analisi del contesto esterno, profondamente mutato rispetto al 2019, anno in cui la green utility ha pubblicato il suo primo piano.

    Il nuovo piano di sostenibilità è innanzitutto una strategia di sviluppo sostenibile, con una visione a lungo periodo, che guarda fino al 2033 e identifica le sfide del settore, i risultati già ottenuti e i prossimi obiettivi. Rappresenta il completamento del percorso di ridefinizione del modello di business, attraverso il quale Cap ha integrato la sostenibilità nell’attività industriale. L’obiettivo è di garantire nel tempo la generazione del valore per gli shareholder, i collaboratori, gli stakeholder e il territorio, e porre le basi di un futuro più sostenibile per le prossime generazioni.

    "Ogni passo compiuto nel trasformare il nostro business rendendolo più sostenibile è stato fatto con approccio partecipativo, coinvolgendo le nostre persone, la comunità locale, tutti i partner, i collaboratori, i fornitori e i clienti -spiega il presidente di Gruppo Cap, Yuri Santagostino-. Oggi un dialogo approfondito con gli stakeholder è ancor più necessario, soprattutto alla luce del nuovo ruolo che stiamo assumendo come abilitatori alla transizione green dei territori. Se l’obiettivo è dunque fare dell’acqua e dell’innovazione i pilastri su cui costruire processi di economia circolare, insieme al passaggio a modelli produttivi sostenibili, la partecipazione di tutti è fondamentale per una condivisione del valore prodotto, vera missione di una società interamente pubblica come Gruppo Cap".

    Per queste ragioni, avverte Santagostino, "l’aggiornamento del piano di sostenibilità nasce grazie al concorso di una pluralità di soggetti, che hanno tracciato insieme a noi la nuova rotta fino al 2033 e ai quali ci lega un dovere di trasparenza e credibilità. Con questo nuovo documento ci poniamo obiettivi più ambiziosi e ampliamo i nostri orizzonti. Perché la sostenibilità non è una medaglia da appuntarsi sul petto, ma un processo continuo, faticoso ed entusiasmante che non ha mai fine, ma solo nuovi inizi".

    In quest’epoca, caratterizzata da crisi climatica e instabilità sociopolitica ed economica, che hanno sgretolato convinzioni che sembravano radicate, Cap ha scelto di investire nella trasformazione del settore idrico e ambientale integrando la sostenibilità nel business, per diventare ciò che è oggi: la utility green capace di abilitare la transizione del territorio. La strategia di sostenibilità di Cap si articola attorno a 3 pilastri fondamentali che descrivono l’identità di Cap e delle sue persone: Sensibili, Resilienti e Innovatori.

    Sensibili ai bisogni delle persone, per aumentare il benessere e la fiducia di comunità sempre più consapevoli ed esigenti. Resilienti negli asset, nella governance e nella gestione per proteggere un bene essenziale per la vita. Innovatori nel mercato, per anticipare le normative e alimentare la capacità di fare rete.

    I tre pilastri sono a loro volta suddivisi in 9 macro-obiettivi, per un totale di 45 indicatori di performance. In continuità con il documento sviluppato nel 2019, per costruire il nuovo piano di sostenibilità, Gruppo Cap ha adottato un approccio partecipativo e ha coinvolto i collaboratori, la comunità locale, i partner, i clienti e gli stakeholder. Il documento è quindi il frutto del lavoro corale del management di Cap, che ha tracciato una nuova rotta dopo l’attento ascolto di tutti gli attori della catena del valore.

    Monitoraggio annuale dei Kpi, analisi dello scenario per l’aggiornamento di target e obiettivi, e infine analisi dei mutamenti del contesto interno dell’evoluzione dell’azienda: è sulla base di questi tre input che Gruppo Cap ha individuato i 3 driver di cambiamento: l’attualità, intesa come l’insieme di cambiamenti normativi e socio-ecologici che determinano la necessità di rivedere target e obiettivi, la coerenza, che ha imposto alla green utility di allineare la propria strategia al business e a tutti gli strumenti di governance e pianificazione strategica e, infine, la razionalizzazione secondo il metodo Smart, per il quale ogni target è Specifico, Misurabile, Assegnato, Realistico, Temporizzato.

    Inoltre, i tre pilastri -Sensibili, Resilienti e Innovatori- sono stati connessi a tre direttrici di business individuate dal nuovo piano industriale di Cap: il primo, l’innovazione del servizio idrico, cuore e il punto di partenza della strategia, che riguarda le innovazioni che connettono acqua, energia e rifiuti; il secondo, fondato sulle partnership per la transizione green, che proiettano Cap nella gestione regionale e nazionale degli impianti di economia circolare e di infrastrutture idriche resilienti; infine il più ambizioso, che apre a Cap i nuovi mercati per la sostenibilità mettendo a pieno frutto le sinergie territoriali e di sostenibilità.

    L’innalzamento della temperatura, la siccità e gli eventi meteorologici estremi hanno evidenziato l’importanza dell’acqua. Quindi il comparto idrico deve ripensare le proprie strategie integrando i piani industriali con azioni di mitigazione e adattamento. Per Gruppo Cap questo si traduce nella necessità di allargare il perimetro delle attività ad ambiti contigui, come la gestione del rischio idraulico, la realizzazione di infrastrutture per aumentare la resilienza del territorio, la produzione di energia da fonti rinnovabili. L’acqua si conferma quindi al centro della strategia industriale di Gruppo Cap.

    A cinque anni dall’elaborazione del primo piano di sostenibilità, è possibile confermare che la strategia adottata risulta credibile e che l’azienda ha costruito un percorso per raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità integrandoli nella propria azione industriale. Gli impegni di sostenibilità si stanno traducendo in azioni concrete che generano impatti positivi. Tra i principali successi, emergono i numerosi interventi di drenaggio urbano sostenibile e l’alto tasso di innovazione. Su questo fronte, Cap ha attivato progetti per circa 70 milioni di euro con l’obiettivo di rinnovare le infrastrutture. Verrà anche completata la mappatura in 3D di tutte le reti per simulare gli interventi in studio, così da minimizzare l’impatto sul suolo.

    Ci sono però anche obiettivi in cui è necessario impegnarsi di più o che vanno ridisegnati, per essere più sfidanti e in linea con i tempi, come quello relativo al consumo di acqua pro-capite e a quello dell’acqua del rubinetto rispetto all’uso dell’acqua in bottiglia che rappresenta un dato critico, nonostante le risorse impiegate in attività di sensibilizzazione. Nei prossimi anni sarà inoltre opportuno focalizzarsi sul tema della decarbonizzazione, sul quale Gruppo Cap ha definito i propri target in linea con le indicazioni di SBTi che ha confermato la solidità degli obiettivi dell’utility lombarda. Per quanto riguarda, invece, la riduzione delle perdite idriche, Gruppo Cap è in linea con gli obiettivi prefissati ma non ha ancora raggiunto il target del 15% fissato per il 2033. Inoltre, la green utility guarda a best practice europee come la Germania, che già nel 2001 registrava una quota di perdite idriche del 7%.

  • 18:53 - Sostenibilità, Russo (Gruppo Cap): "Nel 2024-2025 investiremo 300 mln di euro"

    Milano, 1 lug. - (Adnkronos) - “Abbiamo aggiornato il piano industriale seguendo i trend di mercato e l'elemento di novità è la forte spinta verso gli investimenti che ci accompagnerà per tutto il periodo del Pnrr. Nel biennio 2024-2025 arriveremo ad investire 300 milioni di euro, pari a circa quello che di solito investiamo in tre anni. Dovremo quindi fare un grande sforzo, ma siamo molto contenti perché questo ci permetterà di raggiungere obiettivi ambiziosi: essere un'eccellenza nazionale nell’ambito delle perdite idriche, riutilizzare le acque depurate, produrre energia elettrica e trattare i rifiuti attraverso le sinergie con i nostri depuratori. Gruppo Cap, quindi, si conferma un'azienda leader nel settore dell'economia circolare”. Lo ha detto Alessandro Russo, amministratore delegato di Gruppo Cap, a margine dell’evento di presentazione del Piano industriale 2024-2028 e del Piano di Sostenibilità 2023-2033 di Gruppo Cap.

    “Il 2022 è stato un anno neutro, perché abbiamo chiuso con un leggero utile, mentre il 2023, invece, è stato un anno fortemente positivo, in quanto abbiamo superato i 100 milioni di euro di Ebitda e abbiamo raggiunto un utile poco sotto i 20 milioni di euro. Questo ci permette di guardare alle sfide del futuro con una grande solidità e capacità di mettere a terra gli investimenti industriali”, conclude Russo.

  • 18:52 - Sostenibilità, Santagostino (Gruppo Cap): "Nostri piani aggiornati secondo prospettiva cambiamenti climatici"

    Milano, 1 lug. - (Adnkronos) - “Quelli presentati oggi sono due piani che guardano al futuro e allo sviluppo della nostra azienda. In questi anni, Gruppo Cap, che si occupa del servizio idrico integrato nella città metropolitana di Milano, è stato colpito, come la quotidianità di tutti noi, dai cambiamenti climatici e in questo senso abbiamo adattato il piano di sostenibilità 2019 e il piano industriale, che aggiorniamo ogni anno, in base a questa prospettiva”. Così Yuri Santagostino, presidente di Gruppo Cap, a margine dell’evento di presentazione del Piano industriale 2024-2028 e del Piano di Sostenibilità 2023-2033 di Gruppo Cap.

    “Continua il cambiamento di pelle della nostra azienda. L'obiettivo è quello di non essere più un’utility che si occupa soltanto di acqua - spiega Santagostino - ma che fa sinergia anche con altri settori, come quello dell'ambiente e dell'energia, e avendo come ambito complessivo di sviluppo quello dell'economia circolare”.

    Con particolari interventi Gruppo Cap si impegna nella riduzione delle emissioni e anche delle perdite della rete idrica: “Queste sono due delle sfide che abbiamo davanti - prosegue il presidente di Gruppo Cap - grazie al finanziamento del Pnrr di 42 milioni e un investimento complessivo di 96 milioni, ridurremo le perdite idriche da qui al 2026, portandole sotto il 17%, arrivando al 15% entro il 2033. Ci siamo presi un grande impegno anche in termini di decarbonizzazione, con l'obiettivo di ridurre del 42% le emissioni di Scopo 1 e Scopo 2 e del 25% quelle della filiera”, conclude.

  • 18:51 - Sostenibilità, Russo (Gruppo Cap): "Nel 2024-2025 investiremo 300 mln di euro"

    Milano, 1 lug. - (Adnkronos) - “Abbiamo aggiornato il piano industriale seguendo i trend di mercato e l'elemento di novità è la forte spinta verso gli investimenti che ci accompagnerà per tutto il periodo del Pnrr. Nel biennio 2024-2025 arriveremo ad investire 300 milioni di euro, pari a circa quello che di solito investiamo in tre anni. Dovremo quindi fare un grande sforzo, ma siamo molto contenti perché questo ci permetterà di raggiungere obiettivi ambiziosi: essere un'eccellenza nazionale nell’ambito delle perdite idriche, riutilizzare le acque depurate, produrre energia elettrica e trattare i rifiuti attraverso le sinergie con i nostri depuratori. Gruppo Cap, quindi, si conferma un'azienda leader nel settore dell'economia circolare”. Lo ha detto Alessandro Russo, amministratore delegato di Gruppo Cap, a margine dell’evento di presentazione del Piano industriale 2024-2028 e del Piano di Sostenibilità 2023-2033 di Gruppo Cap.

    “Il 2022 è stato un anno neutro, perché abbiamo chiuso con un leggero utile, mentre il 2023, invece, è stato un anno fortemente positivo, in quanto abbiamo superato i 100 milioni di euro di Ebitda e abbiamo raggiunto un utile poco sotto i 20 milioni di euro. Questo ci permette di guardare alle sfide del futuro con una grande solidità e capacità di mettere a terra gli investimenti industriali”, conclude Russo.

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Author: Nathanael Baumbach

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Name: Nathanael Baumbach

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